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le mie favole per bambini

Le mie favole per bambini, sono una raccolta di favole educative originali con metafore che si fanno carico di problematiche sociali di grande attualità.

Favole che parlano di libertà.

Favole che parlano di democrazia.

Favole che parlano di pace e amore.

Favole che vanno dritto al cuore dei bambini e dei grandi.

Favole che trattano di valori antichi, valori su cui poggia una società civile.

Favole che sono diventati dei racconti musicali e dei cartoon di grande qualità.

Queste favole sono indicate per bambini sotto i dieci anni, sono utilissime anche per le maestre di scuola infantile e soprattutto primaria.

La maggior parte delle favole, attraverso le metafore in esse contenute si prestano e a sviluppare dei progetti educativi.

La storia della cipolla del casale (progetto sull’amicizia, sull’obesità infantile, sull’emarginazione)

La lucciola generosa (progetto sulla donazione)

Tutto è possbile (progetto sulle potenzialità dell’individuo)

Don Tino, Crescentino e il suo dentino (progetto sulla educazione alimentare e sul rispetto delle regole stradali

Uptecrom ( progetto sull’amore verso i genitori).

Inoltre, la maggior parte di queste favole sono state musicate da me stesso e pertanto si prestano ad essere utilizzati per recite scolastiche e attività musicali.

 

 

I bambini farfalla ci volano nel cuore

I BAMBINI FARFALLA CI VOLANO NEL CUORE

LA CONQUISTA DELLA ROSA.

Il tiepido tocco della primavera le aveva destate.

Leggere, colorate, delicate, agghindavano la nuova stagione di armonia.

Avevano iniziato il loro volo, adagio, a piccoli, brevi voli circolari sul prato.

Minuscoli graziosi volteggi: per atterrare sulle corolle di fiori morbidi e tenui, dove trovare ristoro.

Non osavano posarsi sulla rosa, le spine dello stelo, le spaventavano.

Se le avessero solo sfiorate, la sottile, fragile pellicina delle loro ali si sarebbe rovinata irrimediabilmente.

La rosa era così bella però, ne avrebbero voluto fiutare la fragranza, ne avrebbero voluto

percepire la morbidezza, avrebbero voluto riempire i suoi petali di carezze.

Ma lo stelo carico di spine era un ostacolo che le intimoriva.

Sulla corolla di una margherita bianca, la farfalla Iris, sfoggiava i suoi stupendi colori, e pensava. Guardava con ammirazione la rosa rossa a pochi passi da lei. Meditava su come poter planare sui quei petali vellutati, senza incontrare le spine acuminate.

Era così vicina alla rosa, sarebbe bastato un minuscolo volettino per poterla raggiungere, ma il timore glielo impediva.

Dalla sua panchina, Giulio guardava la piccola farfalla.

La mamma lo accompagnava spesso su quel prato e lui si divertiva ad osservare ogni filo d’erba ed ogni piccolo animaletto dell’ habitat.

Era felice Giulio, di essere lì, anche se non poteva correre e camminare come gli altri.

Le sue gambe erano a riposo fin dalla nascita.

Era veramente bella quella farfalla, un esemplare raro, forse unico, aveva i colori dell’arcobaleno, non ne aveva mai viste di così particolari, neppure sul libro di farfalle, che gli aveva regalato il babbo.

Eppure c’erano ben trecento esemplari.

Mentre la osservava con interesse, percepì che c’era qualcosa che angustiava il piccolo insetto.

Si fece trasportare dalla mamma, vicino alla margherita.

La farfallina aveva le antenne rivolte in giù, e la testina voltata verso la rosa.

-Vuoi volare sulla rosa? -chiese Giulio. -Vai, spicca il volo e raggiungila”

La farfalla rimaneva ferma e malinconica, con le zampette aggrappate alla margherita che godeva della sua compagnia.

Giulio, la guardava senza capire.

Poi appoggiò lo sguardo sulla rosa, percepiva il suo tenue profumo, e la visione di quel superbo fiore ebbe il potere di rasserenarlo.

-Vai farfallina vola!- Ripeteva Giulio ad Iris, -la rosa ti aspetta!-

La farfalla lo guardava, ma rimaneva ferma.

Il ragazzino, comprese che c’era qualcosa che impediva ad Iris di trovare il coraggio di prendere quella decisione, rimase per un momento sconcertato.

Le spine della rosa di un luminoso verde, spiccavano sul bellissimo fusto eretto, e le conferivano un fascino particolare.

Nonostante fossero troppo affilate e pronte a pungere chiunque si avvicinasse loro, senza la dovuta cautela.

-Perché tu che sei la regina dei fiori hai queste spine così appuntite?”- Chiese Giulio alla rosa.

– Servono per difendermi dagli animali erbivori, rispose il magnifico fiore

-Posso togliertene solo due? Sai quelle più in alto, proprio vicino a te! Così Iris potrà raggiungerti senza rischiare di ferirsi-

La rosa annuì, ammaliata dal tono gentile del ragazzo, che con l’aiuto di mamma Silvia, tolse con delicatezza, solo due spine al fusto, come promesso.

Non aveva ancora terminato, l’operazione, che la farfalla dalle ali arcobaleno, si era già adagiata sulla rosa, con le antenne rivolte verso il cielo, ed i colori splendenti di felicità.

La rosa aveva intensificato il suo colore arancio da far invidia al sole d’agosto.

La contentezza, della farfalla e della rosa, arrivò a Giulio in un’ ondata di calore. Un’ondata di soddisfazione lo pervase.

Sulla sulla sua faccia, un sorriso partì dall’orecchio destro, fino al sinistro.

Un tenue raggio di sole, carezzava farfalla e rosa, per atterrare sul corpo di Giulio in un abbraccio di luce.

Serenella Menichetti.

La formichina solitaria

Ti presento una nuova amica del web che scrive favole per bambini… Lucia Barabino.

Te la presento con questa piccola favola: La formichina solitaria… si può sempre riparare a dei piccoli errori, esiste sempre una seconda possibilità.

Leggi questa favola.

La formichina solitaria           

la formichina solitaria

C’era una volta una formichina molto pigra, non gli piaceva assolutamente lavorare.

Si sa che le formiche sono delle grandi lavoratrici instancabili che trasportano con le loro mandibole tutto ciò che può servire, anche se, a volte è molto più pesante di loro…  ma la nostra formichina era diversa!

Ella amava la solitudine, girovagava tutto il giorno di qua e di là, curiosando tra le altre famiglie di animali che occupavano il bosco.

Era talmente piccola che passava inosservata.

La formica Regina,  aveva imposto una nuova legge: Ogni oggetto o cibo che ogni singola formica operaia portava all’interno del formicaio, doveva servire esclusivamente alle altre formiche e non a se stessa.

Alle sue necessità avrebbero provveduto le altre formiche.

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La nostra piccola formica, molto furba, aveva appreso bene questo nuovo comando e considerando che per lei ci sarebbe stato sempre cibo a disposizione, decise di non preoccuparsi?

Poteva fare a meno di lavorare, di trasportare oggetti o cibo verso la tana, tanto a lei non sarebbero serviti! Arrivò così l’inverno e con l’inverno arrivò la neve, quindi la possibilità di procurare nuovo cibo era impossibile, ma la scorta che le altre formiche, in tanti mesi di lavoro, giorno dopo giorno, con grande fatica avevano racimolato era notevole.

Semi, briciole, insetti, foglie….. ma la formica Regina si era accorta che la nostra formichina non aveva mai portato nulla nella tana, rientrava la sera ma non era stanca come le altre, per cui, in pieno inverno la allontanò , non poteva far parte del gruppo.

La poverella si trovò così da sola, infreddolita e affamata.

Nel silenzio del bosco cominciò a capire il grande errore che aveva fatto, aveva pensato solo a se stessa. Come poteva rimediare?

Non voleva stare lì da sola, l’inverno era lungo, poteva ammalarsi per il freddo, poteva morire di fame.

Così volle rimediare al suo errore, comincio a perlustrare la zona in cerca di qualcosa da portare nel formicaio, con la speranza che la Regina l’avrebbe perdonata.

formichina-3

Si avventurò dentro il bosco, vicino alle case, alla ricerca di qualcosa da mangiare e con grande stupore, vide dei bambini giocare con la neve, dopo aver fatto colazione.

Per terra c’erano molti pezzetti di cibo strano: briciole di patatine, cracker, brioche, noccioline, bucce di frutta. Eureka, se portava questo nuovo cibo nella tana la Regina l’avrebbe perdonata.

E fu così! La Regina, visto che aveva capito il suo errore la perdonò e… tenne per se quel cibo così strano e buono!

Lulù©