Per il giorno della memoria ho pensato a due filastrocche e una poesia!
La prima filastrocca scritta da Patrizia Serangeli, Autrice e grande sostenitice di questo blog con le sue favole e filastrocche. Scomparsa l’anno scorso!
Un mondo migliore!
Il mondo sarebbe migliore,
se non ci fosse diversità di colore,
se non ci fosse razzia,
ognuno per la sua via.
Se un pensiero fraterno ci unisce,
in un forte abbraccio finisce.
Da un lieve sorriso bisogna iniziare,
per poter una mano donare,
una preghiera che illumini il mondo,
per aprire le menti in un secondo.
Allora invece di un giorno, o un secondo,
la nostra memoria girerà in tondo,
volerà con le ali degli Angeli,
lascerà impronte indelebili.
Patrizia Serangeli
La seconda filastrocca apparsa in questo blog come commento!
FILASTROCCA PER LA PACE
Parlami, amico
ascolta ciò che ti dico
se non mi parli il cielo resta tagliato in due
e le parole amare, mie e tue
poi diventano un mare
che non sappiamo più attraversare.
Ma se prima che tutto si rovini
ci sediamo vicini
e ne parliemo insieme
allora le parole sono un seme
che poi diventa un albero
che poi diventa un bosco
dove mi riconosci e io ti riconosco
e senti ciò che dico
ci pensi, e se ti piace
tu ritorni mio amico:
questa qui è la pace.
Daniela
e per finire una della poesie più rappresentative dello Shoah recitata da Sara Semila!
con le musiche di sottofondo composte dal Maestro Gaetano Montalto.
Particolarmente toccante questa poesia di Joyce Lussu: Un paio di scarpette rosse, grazie a Sara Semilia e a Gaetano Montalto.
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio
di scarpette infantili a Buckenwald,
erano di un bambino di tre anni e mezzo,
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni ma
il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini,
anche i suoi piedini li possiamo immaginare,
scarpa numero ventiquattro per l’ eternità
perché, i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu