
Come nascono le favole?
Semplicemente mettendo un seme nella propria testa e dando degli imput.
Un giorno vagando su internet distrattamente, leggo questa frase: Un fiocco di neve sa sempre, dove cadere!
Subito dimenticai il contesto di quel breve pensiero e pensai: ma è un titolo fantastico per una favola, sembra addirittura che già esiste.
Avevo messo un seme nella mia testolina e pian piano venne fuori un’emozionante favola con una metafora sulla diversità, a mio parere una delle più belle che abbia mai scritto grazie anche a delle care amiche.
Giudica tu stesso e dimmi se ho ragione o no. 🙂

Un fiocco di neve sa sempre dove cadere
C’era una volta un bambino di nome lenticchia per via delle lentiggini che aveva nel suo pallido visino, era sempre in movimento ed in cerca di qualcosa o di qualcuno che potesse levargli quelle lenticchie dal viso.
Non gli piacevano quelle strane macchioline, d’altronde la maggior parte dei bambini non li ha.
Un giorno decise di mettersi in cammino, voleva cercare un luogo dove ci fosse qualcuno o qualcosa capace di risolvere, quel problema che non riusciva ad accettare.
Partì senza una meta, camminava guardando tutto con attenzione, sperando di riuscire a trovare, non sapeva nemmeno lui, chi o cosa.
Lenticchia sapeva solo, che non sarebbe tornato a casa e soprattutto a scuola, dove veniva deriso continuamente, fino a che non avesse trovato il modo di cancellare quelle fastidiose macchioline dal suo volto.
Allora sì che sarebbe stato felice ! Avrebbe anche cambiato quel nome ridicolo di Lenticchia, con un altro meno sciocco, si sarebbe chiamato Marco oppure Andrea.
Lenticchia era così assorto nei suoi pensieri che non si rese conto di andare a sbattere contro un albero.
L’urto gli fece tornare alla memoria che da piccolo, si lavava il viso nella speranza di “Lavare” anche le sue lentiggini.
Un vero e proprio gioco che lo divertiva moltissimo; mamma diceva: “adesso lavo le mie lenticchie” e rideva da matto buttandosi addosso tanta ma tanta acqua.

Adesso però, diventato più grandicello sentiva un po’ il fastidio di essere deriso dai suoi compagni e voleva trovare qualcosa di veramente efficace e definitivo.
Pensò un attimo e… ci sono, aspetterò un bell’acquazzone, mi metterò la faccia in aria per tutta la durata della pioggia, sicuramente sarà più efficace di lavarsi in una semplice bacinella d’acqua.
Aspettò con calma, ormai l’estate era finita ed il primo acquazzone autunnale era in arrivo e infatti, eccolo presentarsi puntuale come un orologio svizzero.
Subito lenticchia si mise a faccia in aria come aveva pensato ma aimeh, in cambio di “togliere” le lentiggini si era preso un bel raffreddore e finì nel suo lettone con un gran febbrone.

Sudò, sudò moltissimo il giovincello
sudò come fanno i rivoli di un ruscello.
l’influenza si è aggravata
una soluzione va trovata
Il dottore fu intervistato
E la cura gli fu data.
Il dottore disse allora alla sua mamma: “Non è niente di grave, basta un po’ di aria di montagna, meglio di bosco e tornerà come nuovo”.
Le mamme, si sa, vanno subito in apprensione e fece una preghierina a Gesù per far guarire al più presto il suo lenticchia.
Proprio in quel momento, Gesù stava ascoltando le preghiere delle mamme come fa ogni giorno e si accorse che lenticchia stava davvero male e subito chiamò l’angelo custode di lenticchia.
“Devi trovare una soluzione al più presto”, disse Gesù all’angelo custode, “Lenticchia sta peggiorando, datti da fare, ricordati che questo è il tuo compito”.
L’angelo custode incominciò a pensare seriamente come far capire a lenticchia l’importanza di avere quelle curiose macchioline che lo facevano diverso agli altri.
Intanto la mamma stava accompagnando lenticchia nel bosco, per fargli prendere un po’ d’aria, proprio come le aveva consigliato il dottore.

L’aria era davvero frizzante e leggera, Lenticchia si sentiva già meglio e…”vuoi vedere che proprio nel bosco trovo la soluzione al mio problema?” Pensava Lenticchia tra se e se.
All’improvviso iniziò ha cadere una leggera pioggerellina, lenticchia non alzo gli occhi come era solito fare ma, la sua attenzione fu attratta da una larga radura, dove stavano crescendo dei funghi a vista d’occhio.
No, no è per dire ma crescevano davvero a vista d’occhio.
Tanti funghi di tutte le forme e di tutti i colori: Rossi, gialli, verdi, bianchi, arancione non c’era un colore assente in quella radura.
In mezzo ma proprio in mezzo, incominciò a crescere un fungo particolare, mentre tutti gli altri avevano fermato la loro crescita.
Sembrava che aspettassero proprio lui: Il re dei funghi.
Lenticchia e la sua mamma, non riuscivano a staccare gli occhi da quella scena, il fungo fece un inchino a mo di saluto e Lenticchia poté osservarne esattamente i colori.
Era un fungo tutto puntellato di macchioline rosse, uno straordinario unico esemplare.
“Mamma”, strillò lenticchia tutto trafelato, “sembra davvero il mio viso”.
Adesso Lenticchia intuiva che c’era un messaggio per Lui.
Intanto, l’angelo custode, che dall’alto controllava la situazione, vedendo la titubanza di Lenticchia, pensò di essere ancora più chiaro e…
fece cadere un fiocco di neve su una macchia rossa del fungo, ancora un’altro fiocco su un’altra macchia, sino a coprire tutte le macchioline rosse.
Era diventato un fungo di un unico colore bianco, senza alcuna personalità.
Lenticchia incominciò a dispiacersi per questo e si rattristò un pochino.
I fiocchi di neve si intensificarono immediatamente, tanto da coprire tutti i funghi di un unico colore bianco.

Adesso Lenticchia aveva chiaro il messaggio del bosco.
Aveva capito finalmente l’importanza delle sue lenticchie; essere diversi pur essendo tutti uguali e subito, guardando la sua mamma, si mise le mani nel viso come a toccare le sue lenticchie, per essere sicuro che c’erano ancora.
La mamma gli sorrise…era tutto a posto.
Adesso non voleva proprio perdere questa sua particolarità e persino il suo nome non volle più cambiare.
L’angelo custode, immediatamente fece spuntare il sole che sciolse i fiocchi di neve, mettendo alla luce quel campo di funghi di inimmaginabile bellezza.
Lenticchia e la mamma si abbracciarono felici e…
Un fiocco di neve sa sempre dove cadere. 😉

Giovanni Ferraro in collaborazione con: Serenella Menichetti, Lalla Tosi, Green Rossetti, Stefania Galleschi.
PS piccola musica evocativa: neve