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COMETA, la slitta e la scuola di volo – Terza e ultima parte –

 

Fulmine e Donnola erano i più bravi, Cometa invece era tra quelli che si addormentavano per primi; sì, perché il terzo anno di scuola alla “Santa’s Flight”, oltre alle materie di studio e di pratica di volo, prevedeva anche un allenamento particolare: riuscire a stare svegli tutta la notte.

Certo, altrimenti come avrebbero potuto resistere in volo, senza mai fermarsi, la notte di Natale?

Le nostre amiche renne, che ormai erano grandicelle ed erano nell’aula più grande e più in alto di tutte le altre, essendo all’ultimo piano della scuola, credevano fosse più facile riuscire a non addormentarsi.

Ne avevano provate di tutti i colori: -farsi il solletico l’un l’altra -raccontarsi le storie di paura -lanciarsi i gavettoni di acqua fredda -ascoltare musica a volume altissimo -bere la red deer, bevanda alla caffeina che tiene svegli, cugina della red bull ma apposta per renne -rotolarsi sulla neve ghiacciata -strapparsi i peli sulla schiena -mangiare 54 fettine di limone aspro a testa… …ma niente da fare: qualsiasi tentativo falliva e Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido dormivano alla grande. E volete sapere perché?

Perché il giorno in cui con il buio iniziavano gli allenamenti della Veglia, così si chiamava, non c’era scuola, in modo che le renne-studenti potessero riposarsi, ma le nostre amiche non avevano nessuna voglia di fare riposini e stare tranquille per non stancarsi; anzi, proprio perché non c’era scuola, ne approfittavano per giocare e saltare a più non posso, quindi poi crollavano dal sonno.

Icaro, l’istruttore di volo, le tranquillizzava sempre, dicendogli che sicuramente la notte magica in cui avrebbero portato in giro il Natale per il mondo, sarebbero state sveglie, ma che dico, di più: sveglissime, per l’eccitazione e la felicità.

Avrebbero anzi addirittura avuto bisogno di calmarsi prima di partire; quindi, tra i preparativi per il viaggio, insieme agli addobbi per la slitta da attaccare, ai pacchetti dei doni da caricare e ai campanelli da lucidare, avrebbero anche bevuto litri e litri di tisana rilassante.

Il terzo anno ormai, tutte le renne studenti di “Santa’s flight” erano piloti di slitta abilissimi; la cosa ancora da imparare rimaneva la strada.

Sì, perché erano abituate a percorrere sempre le stesse vie celesti, e le strade nuove, come ben si sa, spaventano un pochino.

Tu che leggi scommetto che quando vai a scuola o a lavorare fai sempre lo stesso tragitto, cammini sempre sullo stesso marciapiede, vero?

Ecco, per non spaventarsi delle cose nuove, bisogna ogni tanto provare a cambiare marciapiede; all’inizio sembra strano ma poi è perfino divertente.

Icaro lo sapeva che è bene cambiare spesso marciapiede, perciò per tutti quei mesi che rimanevano prima della grande prova finale, dopo la quale finalmente Cometa e i suoi amici sarebbero diventate ufficialmente le renne della slitta di Babbo Natale, faceva cambiare spesso strada ai suoi studenti durante le ore di volo: una volta dovevano passare a sinistra di quella nuvola a forma di conchiglia, la volta dopo invece dovevano passare alla sua destra, una volta dovevano sorvolare il tetto della chiesa, la volta dopo invece il tetto della casa che c’era di fronte a quella chiesa, eccetera…

Quando ormai le nostre renne erano pronte ad affrontare senza problemi tutte le strade, vecchie e nuove, Icaro e il preside della scuola, Volantibus, annunciarono a Cometa e ai suoi compagni che il giorno seguente ci sarebbe stato l’esame finale; chi lo passava avrebbe avuto finalmente la P.C.S.N.V.: la Patente da Conduttore di Slitta Natalizia Volante.

Che emozione! Non potete immaginare però qual era la prova che dovevano affrontare le nostre renne: dovevano fare un giro con su proprio lui, il Signore del Natale!!!

Il pomeriggio prima del grande giorno ci fu la prova generale: Volantibus, vestito da Babbo Natale, con tanto di barba finta e abito rosso, sarebbe salito sulla slitta imitando in tutto e per tutto Santa Claus.

Voi direte: e cosa c’è di tanto difficile nel portare Babbo Natale sulla slitta, a parte l’emozione per la grande felicità?! Non è facile per niente, vi rispondo io; e se un giorno voi riusciste ad incontrare Cometa o una delle sue compagne renne, domandateglielo; sono sicura che vi risponderà anche lei come me: è difficilissimo.

Cerco di spiegarvi perché: Babbo Natale è rosso, come l’amore che porta in giro; il Natale è amore, amore che viaggia, come un dono, per le strade del mondo.

Babbo Natale è di un rosso forte e potente, come l’amore che ha dentro di sé, ma ce l’abbiamo tutti quell’amore dentro.

Babbo Natale è di un rosso dirompente, come la sua risata forte, che fa tremare tutta la slitta. Riusciranno le piccole renne a sopportare tutta quella forza? Tutto quell’amore?

La prova generale andò abbastanza bene, a parte forse i primi minuti, ma questo perché Volantibus, pur mettendoci tutto il suo amore, tutta la sua risata, che cercò di fare più forte che mai, non riusciva certo a imitare Babbo Natale, come del resto nessuno, credo, riuscirebbe a farlo.

Arrivò il giorno fatidico dell’esame.

Tutto era pronto in Via del Volo, e la slitta era bellissima così addobbata, scintillante e ricca di doni (finti però, perché quelli veri sarebbero apparsi solo il 24 notte); non appena le nostre renne furono pronte sulla pista di decollo, ecco che qualcosa fece scuotere e tremare tutta la slitta.

Non era qualcosa, era qualcuno: Babbo Natale! Ed era apparso senza che nessuno lo avesse visto, e ora con la sua risata fortissima stava facendo traballare ogni cosa: le renne, le nuvole e perfino le stelle del cielo.

La forza che usciva da quell’uomo magico era davvero troppo forte e Cometa e i suoi amici facevano fatica a rimanere concentrati e a guidare la slitta, che stava per precipitare.

Ecco che, ancora una volta, la voce di Icaro accorse, dalla radiomobile, in loro aiuto, dicendogli: “State calme ora, amiche mie. È solo amore, niente di più. È solo una strada nuova, la strada del vostro amore.

Non siete abituate a sentirlo e a portarlo in giro per tutto il mondo.

Che il vostro cuore ora sia silenzioso e attento. Usate quella forza che sentite e spargetela come dono per il mondo”.

Le nostre renne capirono il messaggio e si sentirono più tranquille.
E più si sentivano tranquille più il loro cuore diventava silenzioso e attento.
E più il loro cuore diventava silenzioso e attento più potevano sentire la forza del loro amore.
E più sentivano la forza del loro amore, più la slitta smetteva di tremare.
E più la slitta smetteva di tremare e più riuscivano a guidarla sui cieli del mondo e spargere il rosso dell’amore.

Quella notte ci fu una grande festa al “Santa’s Flight”, la festa dei diplomi.

Tutte le renne avevano superato l’esame e furono chiamate una ad una: Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido; a loro furono date tre cose: la patente, il diploma e una stretta di zampa da Icaro, Volantibus e tutti gli altri insegnanti.

La storia di Cometa e dei suoi amici ci ha insegnato tante cose, ma ora finisce qui; non possiamo raccontare di più, perché nessuno può parlare del volo magico della notte di Natale, proprio perché è magico.

Spero che abbiate capito ora perché il Natale è rosso, quali sono i veri doni del Natale e perché un cuore colmo d’amore sa ridere forte. E spero tanto che ognuno di noi riesca a sopportare e tirare fuori la forza del proprio amore e portarla in giro per il mondo.

Perché questa è la vera magia.

Vi auguro un Santo Natale pieno di gioia e meraviglia e un cammino sempre su marciapiedi nuovi. –

Elisabetta de Michele- THE END

GLI ANGELI DELLE NOTE

 

 

 

 

 

Le FANTASTICHE, STRABILIANTI, INCREDIBILI, ESUBERANTI note musicali, decisero di fare una recita gratuita per una scuola ai bambini che avevano bisogno di un loro intervento.
Detto, fatto; si fa per dire, si presentarono saltellando sulla scrivania del Preside, una a una.

Bisogna dire che al Preside in un primo momento sembrò prendergli un colpo, maaaa… tronfio del suo stato di benessere mentale e di trenta lunghi anni di onorata carriera, decise di ascoltare quello che sembrava essere una grottesca situazione allucinatoria.

Siamo qui in veste ufficiale per adempiere il nostro dovere musicale, proruppe la nota mi, portavoce del piccolo gruppo.

Eh… di grazia!  rispose il Preside: Di quale dovere state parlando?
< Di organizzare una recita per il periodo Natalizio, e abbiamo bisogno della collaborazione di tutte le menti della scuola, nonché dell’approccio fisico degli insegnanti >.

Il Preside dapprima cercò di contestare l’idea spiegando che non avevano fondi a sufficienza, ma in cuor suo sapeva che per il buon nome stesso della scuola poteva essere un’idea eccellente, e fu così
che promise alle indaffarate note il suo appoggio incondizionato, anche a costo di rimetterci del suo pagando con una parte dello stipendio.

A quel proposito l’entusiasmo gli stava sciamando ed entrava direttamente in conflitto con i propri interessi, ma un uomo di parola qual era, lo costrinse a rivedere i fini egoistici di molti suoi predecessori che non pensavano molto al bene dei ragazzi.

Se vogliamo interrogarci come iniziò tutta questa storia e andare a sbirciare un antecedente di qualche ora, abbiamo una risposta bella e pronta! Basta ascoltare Fabiano, un bambino che, avendo ricevuto in dono uno xilofono lo faceva suonare piano, piano, arrampicato su un ramo di un immenso albero.

Gli Angeli del bambino erano preoccupati per lui che amava nascondersi nei posti più strani e pericolosi; gli chiesero di scendere e perché mai fosse salito fin lassù.

Fabiano spiegò rapidamente agli Angeli che da lì la MUSICA era più squillante e poteva farla sentire bene anche a GESU’.
Sapete disse: mi piacerebbe molto suonare per una recita di NATALE, ma i nostri maestri quest’anno si sono rifiutati perché non ci sono abbastanza soldi per allestirla.

I due Angeli si guardarono e annuirono pensando immediatamente al da farsi.

– La musica era un affare delle note musicali, quindi… dovevano chiedere aiuto ai loro Angeli per organizzare la recita-


Promisero a Fabiano di intervenire per il bene del Natale purché lui scendesse dall’albero e il bambino ubbidì prontamente andando a esercitarsi giù nel prato vicino al ruscello nei pressi della sua casa.
A dire il vero, in cuor suo dubitava un pochino della riuscita della loro missione, ma la speranza lo rendeva ottimista e… continuò a suonare.

In fondo la parola degli Angeli non si poteva certo sottovalutare!

Ora sappiamo perché il Preside abbia ricevuto la visita così inaspettata e bizzarra delle note musicali, ma, non sappiamo come! Gli Angeli delle note abbiano fatto a convincerle.

Andiamo ancora a sbirciare nell’antefatto.

Gli Angeli delle note quella mattina decisero di parlare con loro e spiegare che Fabiano aveva bisogno di aiuto, ma,,, non era facile comunicare con le note!!!
Dalla mattina alla sera strimpellavano qualsiasi accordo e spesso bisticciavano tra di loro per qualche acuto o un ritmo che non andava bene a tutte, se non erano all’unisono, si creavano bronci e brontolii e anche quando dormivano a ognuna di loro, usciva un suono fastidioso.
Incredibile ma vero, le NOTE DOLENTI delle note si susseguivano a ogni piè sospinto e quando tutte volevano avere ragione su una cosa, i loro Angeli si tappavano le orecchie.
Quel giorno per farla breve era uno di quelli… PESSIMO NATURALMENTE !


Quando gli Angeli riuscirono ad avere la loro attenzione e a spiegare tutta la faccenda di Fabiano erano già passate due ore.

CHE FATICA ESSERE ANGELI DI COSI’ CHIASSOSE CREATURE !

Però bisogna dire che le note hanno buon cuore, e si preoccuparono all’istante di aiutare Fabiano per la recita del Natale.

Parleremo noi con gli umani, promisero agli Angeli: SUSSURREREMO DOLCEMENTE NELLE ORECCHIE DEL PRESIDE, LA NOSTRA IRREMOVIBILE DECISIONE!  CHE RECITA SIA!

Ora sappiamo come sono andate le cose, e avendo (consigliato) al Preside il da farsi; mentre lui parlava con gli insegnanti, le note andarono da Fabiano vicino al ruscello per cercare di aiutarlo a
mettere insieme una sinfonia che si rispetti.

Ahimèèèèè si fa per dire, dopo che ebbero litigato a non finire per come iniziare e quale melodia usare, a Fabiano scoppiava la testa.
Le note erano fantastiche però……! ma gli Angeli? – si chiedeva-  dove erano finiti?
Il Preside non ci mise molto a far sentire il peso della sua autorità con gli insegnanti, ed anche a convincerli ad autofinanziarsi mettendo lui in prima persona una grossa somma di denaro.
A quel punto anche i più restii si convinsero e lo spirito Natalizio anche per quest’anno fu salvo.

I preparativi occupavano gran parte delle ore a disposizione e i bambini si davano un gran daffare. Fabiano era stato nominato responsabile della parte musicale e provava continuamente per cercare
di portare alla perfezione il brano scelto.

Le note erano squisitamente complici ma spesso si divertivano a fargli piccoli dispetti, scomparivano e riapparivano a loro piacimento e Fabiano era costernato, si augurava pregando che il giorno della recita avessero smesso di fare le burlone.

E IL GIORNO arrivò!…  Tutti entusiasti, emozionati, timidi e travolgenti su quel piccolo palco allestito per dare lo spettacolo più bello di tutti gli spettacoli.

LA NASCITA di GESU’ !

Per l’occasione avevano deciso all’unanimità di mettere dei piccoli aquiloni che dovevano innalzarsi verso il cielo (soffitto del palco) a significare il volo verso il SIGNORE.
Il compito degli Angeli era di tenere sospesi gli aquiloni mentre i bambini reggevano il filo, e nel corso della recita ogni tanto dovevano farli scendere un pochino.

Ma le piccole, grandi, generose note, non erano le sole a essere pasticcione, i loro Angeli non erano da  meno e benché si dessero un gran daffare per il bene di tutti, erano anche molto confusionari e si muovevano goffamente producendo dei piccoli incidenti di percorso che
risultavano essere somiglianti gag umoristiche.

A un certo punto della recita, quando i bambini tiravano il filo degli aquiloni, gli Angeli prima li trattenevano goffamente e poi cadevano giù insieme agli aquiloni caracollando letteralmente su tutti
i bambini.
Si stava producendo automaticamente un piccolo caos e Fabiano pregò mentalmente Gesù di metterci le mani.

GESU’ BAMBINO iniziò a ridere a crepapelle, allargò le braccia sostenendo tutto il palco e fotografò con un enorme click tutta la scena come un film che impressiona la pellicola.

*< NELLE  FOTO  FATTE  AI  BAMBINI,  RISULTO’  QUESTA  GRANDE  BELLA
IMMAGINE  NELLA  QUALE  GESU’  ABBRACCIAVA  TUTTI  E  GLI  ANGELI  E LE  NOTE  SI  DIMENAVANO  TRA GLI  AQUILONI  >*

Il Preside a quel punto ringraziò il SIGNORE, capì che dall’inizio la TRAMA della recita era stata scritta da   *  LUI  * ! ! !
Impiegando le sue creature per i vari personaggi.

* GRAZIE *  * * GESU ‘ * *

—–    BUON  NATALE  A  TUTTI  —–  Naturalmente

Patrizia Serangeli

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