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Favola per bambini – SOS Per la gioia dei bimbi

Le nostre azioni sono come boomerang, tornano sempre indietro.

Bisogna riflettere, prima di compiere una manifesta negazione nei confronti di chicchessia.

Invitiamoci a sperimentare un incontro, tendere una mano, ascoltare con le orecchie della comprensione, osservare con simpatia tutto ciò che circonda l’Universo X.

Annaffiamo l’albero della gioia con l’amicizia!

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Favola per bambini e non

SOS Per la gioia dei bimbi

In un tranquillo laghetto circondato da un tranquillo boschetto, tre bambini giocavano con una grossa fune.

Saltavano, si rincorrevano, tra alberi e cespugli, si divertivano come soltanto i bambini sanno fare; con una gioiosa dolce innocenza.

Nel laghetto, viveva da tantissimi anni un vecchio grosso pesce grigio con degli enormi baffoni neri!

Hei ragazzi !.!.!. urlò il pesce. Vi va di giocare con me?

Gettatemi la fune e vi farò fare il giro del lago tirandovi con le mie zanne.

tiro alla fune

NOoon ci pensiamo proprio, risposero in coro i fanciulli, non ci va di bagnarci, preferiamo rincorrerci tra gli alberi continuando a giocare da soli!

Il pesce non gradì per nulla la sgradevole risposta dei bambini e incattivito dalla solitudine, lanciò loro un brutto anatema.

SAPPIATE… ALLORA ! che… d’ora in poi… Tutti i bambini del mondo saranno tristi e non giocheranno più!

Detto, fatto, i bambini si guardarono l’un l’altro tristemente e si apprestarono a rientrare in casa senza più dire una parola.

Da quel giorno, tutti i bambini parlarono poco, non giocarono più e furono sempre tristi assolvendo i loro doveri quotidiani come piccoli soldatini in fila e in silenzio.

Ovunque si andasse c’era silenzio e tristezza.

Tutto questo durò decenni.

pesce

Un bel giorno di primavera, tanti anni dopo, dove la sera c’era la luna piena che si aggirava nei pressi del laghetto; il grosso minaccioso pesce grigio si affacciò guizzando fuori dell’acqua e chiese alla luna se volesse giocare specchiandosi nel lago, in modo che egli potesse entrare nella sua sfera luminosa.

La LUNAAA che conosceva il misfatto del pesce, volendolo punire rispose di sì, che ne sarebbe stata felice; ma si fece promettere che man mano lei si spostava, lui la seguisse ovunque decidesse di andare.

Per me va bene: disse il pesce soddisfatto, felice di aver trovato finalmente una compagna di giochi.

Fu cosììììì che ta.ta.ta.ta.

Mentre la luna si spostava, il pesce la seguiva fuori dal laghetto in mezzo al bosco.

A un certo punto la luna si nascose dietro un cespuglio e il pesce iniziò a piangere perché era rimasto solo; senza l’acqua che lo proteggeva, cominciava a sentire freddo.

Le lacrime e le gocce d’acqua che cadevano dalle sue squame scendevano al suolo scintillando, e in quel preciso istante, la GIOIA ritornò nei cuori di tutti i bambini.

La luna sorrise facendo capolino e il pesce capì di aver fatto un grossissimo e gravissimo errore.

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La cattiveria non paga, rende infelici chi la esercita e chi la subisce.

Il giorno dopo i TRE bambini, ormai adulti protagonisti della storia, tornarono al laghetto ricordando che anch’essi avevano negato un gioco al grosso pescione grigio.

Gli lanciarono una fune e lo tirarono correndo intorno al perimetro del lago.. Forse… perché l’AMICIZIA NON SI NEGA A NESSUNO.

Patrizia Serangeli 7.01.2015

Uptecrom – favola per bambini

EXTRA_SOLARE

“UPTECROM”

Correva l’anno 2050.

La comunicazione tra le persone era diventa di grande importanza.

I mezzi di comunicazione erano molto sofisticati e diversificati.
Computer, Telefonini, Televisioni interattive, Internet.
La velocità della comunicazione aveva raggiunto il massimo raggiungibile e francamente impensabile.

Anche il linguaggio, pian piano aveva subito una trasformazione per stare dietro alla tecnologia.

La posta e il postino erano un antico ricordo, prima suonava tre volte, adesso non suonava per niente.

Si comunicava per email, sms, mms e altre diavolerie tecnologiche.

I messaggi erano sempre più compressi, abbreviati e sintetizzati per stare al passo con la velocità.

Non c’era bisogno di scrivere: TI VOGLIO TANTO BENE! Bastava scrivere TVTB.

Uptecrom - favola per bambini

Era diventato normale vedere messaggi tipo:

TVB, TVTB, CMQ; un nuovo linguaggio breve, conciso, efficace e soprattutto veloce, aveva sostituito quello vecchio… lento, lungo e inefficace.

Tutti comprendevano il significato di questo nuovo linguaggio.
Si comunicava con molta velocità la gioia, il dolore, la simpatia, l’allegria.

Intanto dal pianeta UPTECROM quattro alieni si erano messi in testa di conquistare la terra.

Erano i terribili Umnos, Umnor, Crom e Crop, il peggio che potesse capitare alla terra.

Uptecrom - favola per bambini

Non ci pensarono su due volte e, a bordo della loro astronave, raggiunsero in breve la terra.

 

Attraverso le loro incredibili capacità di mimetismo, presto si trasformarono in perfetti umani.

Si divisero in due gruppi per esplorare il mondo e il comportamento delle persone.

Nella loro ricerca, si chiedevano come poter rendere schiavi gli abitanti della terra.

Dopo una settimana di osservazioni, si ritrovarono per fare il punto della situazione.

Umnor e Umnos avevano scoperto che gli uomini parlavano e comunicavano incessantemente attraverso i più svariati mezzi tecnologici.

Crom e Crop avevano notato che ciò che comunicavano maggiormente erano acronimi, un linguaggio fatto di continue abbreviazioni.

La cattiveria di Crom e Crop venne fuori dicendo: “Possiamo renderli schiavi togliendo loro la capacita di capirsi e di comunicare i sentimenti”.

Uptecrom - favola per bambini

“Si”, dissero Umnor e Umnos, “Possiamo togliere dall’enciclopedia virtuale dei computer il significato degli acronimi, così, pian piano, non sapranno più cosa stanno comunicando e non rideranno più, non piangeranno, non proveranno più sentimenti… saranno delle larve”.

I quattro alieni già percepivano di avere in mano la conquista della terra e dei suoi abitanti

Grazie alle loro capacità di mimetismo, si trasformarono in quattro potentissimi Virus informatici e in pochi minuti infettarono tutti i computer del mondo, entrarono nell’enciclopedia virtuale e tolsero i significati a tutti gli acronimi.

Tutto sembrava come prima, la comunicazione apparentemente, era sempre uguale ma, ahimè! Il sorriso era scomparso dal viso di tutte le persone, le grida di gioia dei bambini non esistevano più.

Solo un’espressione, monotona, inespressiva che guardava nel vuoto.

L’uomo era diventato un automa senza anima e senza cuore….una larva.

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I Quattro alieni: Crom, Crop, Umnor, Umnos avevano vinto la loro battaglia.
“L’uomo è nostro schiavo” dicevano, “gli abbiamo tolto il cuore e la gioia di comunicare”.

Intanto, sperduto in mezzo ad un bosco, lontanissimo dalle grandi città, esisteva un piccolissimo paesino formato da ventisette anime.

In questo paesino, la tecnologia non era riuscita ad arrivare, sembrava un paesino fuori dal tempo.
Qui, stranamente, la frutta, cresceva sugli alberi.

Il vino si faceva dall’uva e l’olio dalle olive.

Le mucche facevano il latte, le galline le uova.

I broccoli li trovavi d’inverno e le angurie d’estate.

bambini

I bambini giocavano per strada e conoscevano alla perfezione le tabelline.

7 x 8 = 56, 2 x 4 = 8, 3 x 8 = 24, che gioia vedere i bambini, avevano l’argento vivo addosso, in particolare Robertino, un bambino di quasi sei anni; curioso, intelligente, allegro, studioso e profondamente innamorato della sua mamma.

La mamma, in occasione del suo sesto compleanno, aveva pensato di fargli un regalo speciale, ma non sapendo cosa, decise di fare un lungo viaggio in città, per vedere le novità e trovare un’idea per il regalo a Robertino.

Erano anni che non si recava in città, dove a differenza del suo paesino, tutti erano motorizzati e avevano sempre uno strano aggeggio, davvero curioso, nelle mani o appoggiato in un orecchio!

Entrò in un negozio e vide le ultime novità elettroniche: televisori con cui potevi interagire, telefonini di tredicesima generazione per parlare con chiunque e dovunque ma, quello che la colpì, era un oggetto strano;

Sembrava un televisore ma in più potevi parlarci, scrivere e fare tante ma tante altre cose. c

“E’ un COMPUTER” – disse il negoziante – “Con questo potrà fare davvero qualsiasi cosa, potrà usarlo come televisore oppure parlare o scrivere a chiunque, potrà vedere quello che succede in tutte le parti del mondo e molto altro ancora”.

Non ci poteva credere, questo coso era in grado di fare tutto.

Che meraviglia!

Lo comprò subito così il mio Robertino non sarà più isolato dal mondo, come lo sono stata io e in più potrà vedere e comunicare con tutto il mondo”.

SIIIIII! – gridò eccitatissima – questo è il regalo che ci vuole per il mio Robertino.

Ritornò al suo paesino, giusto in tempo per il compleanno di Robertino.

“Questo è il mio regalo per il tuo compleanno” – disse – “È un COMPUTER, con esso potrai vedere quello che succede in tutto il mondo, potrai comunicare con tutti e con grande velocità, potrai imparare tante, ma tante cose e non essere isolato come lo sono stata io”.

Robertino, scartò il regalo e vide quel bellissimo e affascinante COMPUTER.

Adesso, anche Robertino poteva entrare nel mondo virtuale, adesso anche lui era nel futuro.

Robertino non si dimenticò di ringraziare la sua mamma: “Mamma leggi la mia letterina è sotto il tuo piatto”.

La mamma lesse la letterina di Robertino.

MAMMA, TI VOGLIO TANTO, MA TANTO BENE!

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Non c’era scritto altro, un’intera pagina con quella scritta.

La mamma era commossa e non potendo parlare dall’emozione, abbracciò forte e a lungo Robertino.

 

Passata la festa, la curiosità di Robertino era irrefrenabile, accese il COMPUTER e incominciò a scrivere:

MAMMA TI VOGLIO TANTO BENE!

Mentre scriveva quella frase, aveva la sensazione di sentire fisicamente il calore dell’abbraccio della sua Mamma.

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Il COMPUTER, non era più abituato alle frasi scritte per intero, era abituato ad un altro tipo di linguaggio, tanto da avere un leggero appannamento.

Stava succedendo qualcosa di strano.

Robertino, continuava a scrivere freneticamente quella frase, non voleva abbandonare l’emozione che c’era dietro.

MAMMA, TI VOGLIO TANTO BENE!
MAMMA, TI VOGLIO TANTO BENE!
MAMMA, TI VOGLIO TANTO BENE!

bambinoE più scriveva e più sentiva forte il calore dell’abbraccio di sua madre

Quella frenesia nello scrivere e quell’emozione dietro a quelle parole, fece accadere un MIRACOLO, in breve si creò un potentissimo VIRUS INFORMATICO.

 

Il VIRUS DELL’AMORE.

E’ più Robertino scriveva, più il virus dell’amore si diffondeva, andando a dare il significato alle parole accorciate e agli acronimi.

In più, il VIRUS produceva uno strano effetto collaterale.

Ogni persona che scriveva: TI VOGLIO BENE, era preda di un’irrefrenabile voglia di abbracciare qualcuno.

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Pian piano, la memoria virtuale del computer stava tornando a ricordare e reinserire il significato delle parole che i quattro alieni; Crom, Crop, Umnor, Umnos, avevano cancellato.

Le persone pian piano, incominciarono a capire di nuovo il significato degli acronimi e delle abbreviazioni e anzi li sostituirono con il significato intero delle parole.

Gli effetti collaterali del VIRUS DELL’AMORE si aggravarono irrimediabilmente.

Tutte le persone che scrivevano o leggevano: TI VOGLIO BENE! Abbracciavano forte, ma forte, la persona più vicino.

 QUESTI ERANO GLI EFFETTI CATASTROFICI DEL NUOVO VIRUS

Crom, Crop, Umnor, Umnos, vedendo il rapido diffondersi del VIRUS DELL’AMORE, incominciarono seriamente a preoccuparsi di essere contagiati e così di perdere la loro cattiveria.

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“Presto” – dissero – “Lasciamo subito questo pianeta, altrimenti saremo contagiati e saremo costretti ad abbracciare qualcuno, perderemo la nostra cattiveria e saremo derisi dai nostri amici di UPTECROM” ed in un baleno ritornarono nel loro pianeta.

E’ fu così che, l’amore di un bambino per la sua mamma aveva impedito che il mondo divenisse schiavo degli alieni Crom, Crop, Umnor, Umnos venuti dal pianeta UPTECROM.

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