Un pensiero per babbo natale
La renna Rudolph aprì un occhio, poi aprì l’altro, annusò l’aria con il suo nasone rosso, si guardò lentamente intorno cominciando ad allungare le zampe.
Cric, croc, crac!… le ossa scricchiolavano a causa del lungo riposo durato quasi un anno, così si alzò e iniziò a fare saltelli per sgranchirsi un po’.
Appena si sentì in forma saltellò verso le altre renne del tiro della slitta di Babbo Natale e, facendo tintinnare il campanellino che portava al collo, le svegliò a una a una.
“Sveglia dormiglione!” – disse – “Svegliatevi che è quasi il momento. Presto! Dobbiamo andare a ritirare le letterine che i bambini hanno scritto a Babbo Natale per portarle agli gnomi della fabbrica dei giocattoli. E poi dobbiamo sistemare anche la slitta e i filamenti. Svelte pigrone!”.
Così tutte le renne si alzarono e seguirono Rudolph al deposito della posta, presero tutti i sacchi pieni di letterine e li portarono agli gnomi che cominciarono immediatamente a leggerle e a costruire i giocattoli richiesti.
Subito dopo ritornarono a casa di Babbo Natale e nella rimessa tirarono a lucido la slitta.
Nel frattempo Babbo Natale si stava preparando e, aggiustandosi la giubba, pensava che anche quest’anno avrebbe dovuto fare una faticaccia per portare a termine il suo compito e poi sarebbe rimasto solo con le sue amate renne a festeggiare il Natale; in verità aveva invitato a pranzo la Befana, ma lei aveva declinato l’invito perché doveva preparare le calze piene di dolcetti da portare ai bambini per l’Epifania.
Nel frattempo a molti chilometri di distanza dal Polo Nord, una bambina di nome Lisa, dagli occhi blu proprio come quelli di una famosa canzone, con la mamma stava addobbando l’albero di Natale e ad un certo punto le chiese: “ Mamma, abbiamo comprato i regali per il babbo, per i nonni, per gli zii, che metteremo sotto l’albero, e dopodomani arriverà Babbo Natale che, se riterrà che siamo stati buoni porterà a me e ai miei cuginetti i regali che gli abbiamo chiesto, ma…a lui, mamma, chi gli fa i regali?”.
La mamma sorridendo le rispose: “ Nessuno fa i regali a Babbo Natale! La tradizione è questa.”
“Ma non è giusto, mamma!”.
Appena l’albero fu pronto, Lisa corse nella sua cameretta, strappò un doppione da un suo quaderno e scrisse così:
“ Caro Babbo Natale,
soldini non ne ho
per questo comprarti un regalo non potrò.
Spero che questo mio pensiero
sia per te come un regalo vero
è un grazie che esce dal mio cuore
che della riconoscenza ha il dolce sapore.
Buone feste anche a te caro babbo Natale.
Lisa”
Disegnò sull’altra metà del foglio un grosso cuore rosso, ci passò sopra un velo di colla e ci versò un po’ di brillantini ( come aveva fatto a scuola per preparare la letterina ai genitori ) e ci scrisse:
“ Grazie anche a nome di tutti i bambini”.
Ripiegò il foglio a metà e sopra ci scrisse “PER BABBO NATALE” e lo mise sotto l’albero.
Quando la vigilia di Natale andò a mettere i regali sotto l’albero di Lisa , Babbo Natale rimase sorpreso nel vedere un biglietto indirizzato a lui. Lo prese, lo aprì e mentre lo leggeva sentiva che si stava commuovendo: era la prima volta che qualcuno pensava a lui e, in vero, che riceveva un regalo; e anche se non era un oggetto che si poteva toccare, era qualcosa di più prezioso perché era come riconoscere che esisteva per davvero ed era un segno di amore.
Ripiegò il foglio e se lo mise dentro la giubba, proprio sul cuore, ed in silenzio come era venuto se ne andò.
Fuori salì sulla slitta e tirando le redini disse a Rudolph: “ Forza Rudolph amico mio,vai, vola, finiamo il giro e poi riportaci a casa al Polo Nord. Quest’anno anche per me sarà veramente un felice Natale!”.
Daniela Trinci