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La lezione di Birba

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La lezione di Birba

Birba, una cagnetta piccola, vispa, allegra, sempre in movimento, pronta a difendere tutto e tutti.

Sei arrivata nella nostra vita come un fulmine, conquistando il mio cuore e quello di tutta la famiglia.

Le giornate segnate da una routine semplice e normale… appena suonava la sveglia, ti sentivo scuotere tutta e pensavo: “eccola che arriva” e tu, puntuale come un orologio ti avvicinavi al letto, mi grattavi con le tue zampine per svegliarmi, io mi giravo ti accarezzavo e scendevo dal letto.

Appena mi alzavo, incominciavi a seguirmi come un’ombra e dopo un po’ di stretching fatto insieme, scendevamo in strada per fare i bisognini

D’inverno mi alzavo per primo e appena passavo davanti alla tua cuccia, uscivi il tuo musetto da sotto le coperte e seguivi tutti i miei passi come se fosse un periscopio, appena accennavo: Birba usciamo, eri già pronta e dopo la solita stiracchiata mi facevi premura per uscire.

CAM00558A volte ti portavo in campagna o fuori a spesso e tu capivi perfettamente, freneticamente ti avvicinavi alla macchina mostrando tutta la tua gioia guardandomi con quei tuoi occhi come se volesse ringraziarmi.

Arrivati in campagna, incominciavi a girare, annusando tutto, saltando i muretti con un’agilità impressionante, facevi tutto freneticamente, in fretta… in lotta con il tempo, forse un presagio? poi stanca, ti riposavi.

Spesso ti davo i croccantini, ma si vedeva chiaramente che non era il massimo che desideravi, ma dopo un po’ li mangiavi comunque.

Quando era Lia o Anna a prepararti un delizioso pranzetto con carne, zucchine, carotine, pisellini e riso soffiato allora tutto cambiava magicamente, il tuo gradimento lo dimostravi con salti di gioia e quel modo particolare di mangiare alzando la tua zampetta sinistra che restava sospesa in aria finché non pulivi la ciotola completamente e subito dopo ti pulivi il musetto strofinandolo in un tappetino.

Quando uscivo, volevi uscire con me, ma io ti dicevo: no Birba e tu mi guardavi con i tuoi occhioni e abbassando le orecchie ti mettevi nella cesta ad aspettare che io tornassi e quando tornavo, feste a non finire e non ti calmavi se non quando ti accarezzavo o giocavamo un pochino con la giraffa o la pallina…tu eri felice e anch’io lo ero.

I momenti più intimi erano quando subito dopo il pranzo, io mi sedevo nella poltrona per fare un piccolo riposino, tu ti avvicinavi scodinzolando ed io con un piccolo cenno ti facevo salire sulla poltrona e allora ti allungavi accanto a me, appoggiando la tua testolina nelle mie gambe o poi sospiravi, un sospiro di felicità; perché era proprio questo che desideravi, stare il più vicino possibile accanto a me… a volte ti giravi a guardarmi estasiata oppure ti mettevi a pancia in aria e allora io ti accarezzavo il petto e tu con le tue zampette mi tenevi le mani addormentandoti beatamente.

1430919707366Tutte cose normali, lo fanno tutti i cani direbbe qualcuno.

Poi un maledetto giorno, la cattiveria delle persone ha rotto l’incantesimo e nel giro di un paio di ore te ne sei andata, lasciando una ferita nel mio cuore e di tutta la famiglia, una ferita lunga come la lunghezza di un fulmine che attraversa la volta celeste nei cieli d’estate.

Un vuoto difficilmente colmabile perché oramai eri diventata una di famiglia, dimostrandoci tutto il tuo amore e il tuo affetto e adesso che non ci sei più, mi rendo conto di quanto ci hai dato senza mai chiedere nulla.

Lo so, scrivo parole che si addicono a persone più che animali, ma raramente ho visto persone sospirare come facevi tu quando ti accucciavi accanto a me, raramente ho visto persone far festa ad ogni rientro a casa, raramente ho visto persone guardarsi con l’intensità con cui guardavi tutti noi.

Qualcuno dice che questo lo fanno tutti i cani, può darsi, io mi aspetterei che questo invece lo facessero tutte le persone.

Dalla natura ho imparato tanto; la libertà, la democrazia, la donazione, ma tu mi hai insegnato due cose fondamentali, due cose che le persone se le chiedono per tutta la vita: Perché siamo venuti al mondo? Qual’è il nostro compito?

Birba mi ha dato le risposte con il suo comportamento!

  • Siamo venuti in questo mondo per far felice le persone e gli animali che ci stanno accanto.
  • Il nostro tempo è limitato e…dobbiamo fare in fretta.

Grazie Birba per questo prezioso insegnamento, lascio un piccolo angolino nel mio cuore dove ti lascio riposare e ti porto sempre con me.

PS lascia un tuo pensiero per favore, io e Birba te ne saremo grati.

Ascolta questa piccola composizione per pianoforte, composta in suo ricordo.