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27 Gennaio, giornata della memoria dello Shoah per non dimenticare!

Per il giorno della memoria (27 gennaio), le televisioni, la stampa, ed associazioni socio-culturali si mobilitano ad una attività di sensibilizzazione  ai suddetti problemi con filmati, conferenze etc. etc..

L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare i bambini di età inferiore ai 12 anni ai problemi riguardanti l’emarginazione, le diversità e il razzismo. Ho raggruppato in questo nuovo post ciò che di interessante ho sparso per il mio blog, in modo da trovare tutto sotto mano.

In particolare trovi la ormai famosa “La storia della cipolla del casale” un racconto musicale che parla di emarginazione e di amicizia.
Composizione che, usando un linguaggio basato sulla fiaba ed il racconto musicale, è perfettamente comprensibile  ai bambini di questa età. Puoi scaricare:

 

 

 

Trovi “La storia della cipolla del casale” ed altre favole e…musica! nel mio libro Bestseller su Amazon ad un prezzo speciale di 0,89 centesimi nella versione Kindle.

 

Vuoi che tuo figlio diventi un tennista?

Allora compragli una racchetta da tennis. 🙂

Non è una frase che ha detto Roger Federer o  Rafael Nadal ma Simon Rattle uno tra i più grandi direttori d’orchestra del mondo.

Cosa voleva dire allora?

Semplicemente faceva un paragone con il tennis, in realtà, voleva dire che se vuoi che tuo figlio diventi un musicista, devi comprargli uno
strumento musicale o/e comunque fargli praticare la musica sin da bambino.

Qualcuno potrebbe dire: Il mio bambino non ha orecchio musicale! Questa è una
condizione che appartiene solo a pochissimi casi è riguarda solo ed esclusivamente i bambini che hanno problemi di carattere uditivo cioè vere malattie. 🙂

Tutti i bambini hanno orecchio musicale, il problema è che bisogna educarli alla musica sin da quando nascono.

Non sto’ dicendo che bisogna dargli uno strumento musicale sin dalla nascita ma creare
le condizioni per educare la sua sensibilità musicale.

Ormai è risaputo che i bambini imparano moltissimo nei primi anni di vita è l’educazione della sensibilità musicale non è esclusa.

Moltissimo possono e devono fare i genitori, non cose complicate ma si può ad esempio cantargli qualcosa di carino e non farlo solo quando
si devono addormentare ma farlo sempre, come attività di gioco.

Quando il bambino incomincia a camminare, si possono fare delle piccole marcette
sempre cantando o meglio ascoltando
delle musiche molto ritmate del repertorio classico.

Comunque, se un genitore fa con passione il suo compito, non troverà difficoltà a inventarsi
cosa fare inserendo la musica, il ritmo… capisco che si esce fuori dagli schemi tradizionali ma potrebbe essere anche divertente per i genitori stessi. 🙂

Comunque bisogna prestare molta attenzione da subito a scegliere cose di qualità ed evitare il più possibile di metterlo davanti a cartoon e canzonette per bambini di scarsa qualità visiva, uditiva e aggiungo educativa.

Per quanto riguarda una marcetta, potresti utilizzare la mia marcetta della cipolla dove ad un proposta musicale bisogna rispondere fischiettando o dicendo la, la, la su tre note differenti.

Questa è la marcetta:

Beh…qualcuno potrebbe dire che poi ci penserà la scuola ad educarli alla musica, a parte che la scuola non ha mezzi idonei, ribadisco il mio pensiero, i veri responsabili anzi i primi responsabili dell’educazione dei bambini siamo noi genitori per natura, non possiamo sottrarci a questo compito oppure si possiamo farlo, ma i risultati non saranno quelli che noi ci aspettiamo.

Il periodo migliore e più fecondo per educare i nostri bambini è proprio nei primi anni, molto prima di andare a scuola.

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Come raccontare una favola ai bambini?

La risposta sembra banale, basta leggerla! E poi ancora con queste favole? Ormai sono cose d’altri tempi, i nostri bambini hanno i cellulari, gli smartphone e le televisioni interattive.

Calma, calma, andiamo per ordine e rimettiamo le cose nel giusto ordine.

Punto primo, I bambini non hanno i cellulari, gli smartphone e le televisioni interattive, sono i genitori che glieli comprano.

Punto secondo, le favole non sono cose di altri tempi ma, un mezzo educativo di crescita che ha attraversato i secoli e poi… diciamola chiaramente non si possono cambiare le carte in tavola.

Giovanni, che vuoi dire con cambiare le carte in tavola.

Voglio dire che i bambini, sino a una certa età, hanno delle esigenze che non possiamo modificare a proprio piacimento o peggio per giustificare il nostro comportamento e scaricarci dalla nostra responsabilità di genitori e di primi e più importanti educatori.

Giovanni ancora non sei chiaro.

Allora diciamola tutta: I bambini sino a una certa età, vivono nel mondo della fantasia e per educarli efficacemente bisogna adoperare quel linguaggio.

Ripeto non possiamo cambiare le carte in tavola e stravolgere le leggi naturali per propria comodità.

Dobbiamo raccontare le favole! É nostra responsabilità di genitori e di educatori.

Ok, allora leggiamogli qualche favola… direbbe qualcuno.

No, no, alt… un momento.

Sembra facile raccontare le favole o scegliere quelle giuste.

Il primo passo è di creare l’atmosfera adatta, è tradizione che le favole si raccontino prima di andare a dormire.

Infatti, è la natura stessa del momento a creare quella particolare predisposizione a trasportare i bambini nel mondo della fantasia…la luce naturale non esiste più, si accende una lampada notturna, i rumori sono attenuati, una musichetta di sottofondo, si abbassa la voce e… C’era una volta in un paese lontano… ed ecco creata la magia.

Beh… non so’ quanti genitori siano attenti a questi diciamo dettagli “insignificanti”.

Dimenticavo, mentre si raccontano le favole, il rapporto fisico con i nostri bambini è fondamentale, cosa impossibile con i cellulari e gli smartphone, quindi aspetta un po’ prima di comprargli un cellulare o uno smartphone.

Ricordo come mi raccontava le favole mio nonno… sceglieva sempre l’atmosfera adatta e il momento giusto, di solito lo faceva quando eravamo in campagna e con una strategia che pensandoci adesso era davvero straordinaria.

Iniziava sempre all’improvviso: Bambini, questa sera vi racconto una storiella… in noi bambini già si era istallata la curiosità di cosa ci avrebbe raccontato.

Arrivata la sera diceva: Adesso dobbiamo aspettare che spunta la luna! E così montava la curiosità di noi bambini.

Appena spuntava il primo pezzettino di luna, ci riuniva in cerchio e incominciava a raccontare storie inventate sul momento, a volte per farci spaventare ma, lo faceva per abbracciarci e superare così quel momento di paura…. In realtà, io penso che lo facesse solo per abbracciarci e comunicarcì tutto il suo amore.

Ecco in questo momento il ricordo dell’affetto di mio nonno attraverso l’esperienza del racconto delle favole… sì, credo proprio che dobbiamo continuare a raccontare le favole ai nostri bambini, non possiamo privarli di momenti di affetto così importanti per la loro crescita.

La saggezza e l’amore dei nonni verso i nipotini valgono molto di più di una laurea in pedagogia.

Questo è il mio pensiero e il mio impegno, tu cosa ne pensi, qual è la tua esperienza di bambino.

Giovanni Ferraro

PS ah…. Dimenticavo… grazie nonno!

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