Archivi autore: Giovanni Ferraro

E’ Possibile ritornare a comunicare attraverso le diverse generazioni?

I vasi s…comunicanti.

Sembra un errore ma, è esattamente quello che voglio dire.

I vasi scomunicanti, in contrasto con i famosi vasi comunicanti di Galileo Galilei. 🙂

Questo è lo specchio dell’odierna società, dove le diverse generazioni non sono più in comunicazione.

Questo, a mio parere, è uno dei più gravi difetti della società moderna, dove a un’apparente velocità di comunicazione corrisponde una difficoltà oggettiva di comunicare con le diverse generazioni. 🙂

E’ responsabilità delle istituzioni e di ognuno di noi, far in modo che questi “vasi” possano comunicare.

L’ideale sociale è che le diverse generazioni, devono essere come dei vasi comunicanti, dove ogni generazione possa travasare il meglio di se stessi.

Nella carta delle città educative sta scritto: Una città educativa non separerà  le diverse generazioni. 🙂

Le città che hanno aderito alla carta di cui sopra, hanno sposato questo principio, io ritengo inoltre che, dovrebbe essere responsabilità di ognuno di noi di creare dei momenti di incontro tra le diverse generazioni, con spirito di condivisione di ciò che ognuno di noi può dare agli altri…non sto’ parlando di soldi! Anche se non lo escludo.

Freschezza, generosità, esperienza, energia, forza fisica, entusiasmo, idee…pensa a dei vasi che contengano tutte queste qualità e possano fluire liberamente, che straordinario tesoro a disposizione di tutti.

Che rabbia, nel constatare, la mancanza di questi momenti. 🙂

Faccio un esempio con la musica.

I teatri, le orchestre articolano la loro programmazione nel modo più tradizionale possibile, di fatto dividono le diverse generazioni, anzi, meglio escludono le generazioni dei bambini e ragazzi, tranne che non fanno qualche concerto.

Ho detto, fanno qualche concerto, proprio per dire… diamogli un contentino ma, se la generazione che va da zero e 16 anni rappresenta circa 20% della popolazione, almeno si dovrebbero spendere il 20% del bugget che ha un teatro o una orchestra, in ogni caso vi è una divisione tra le diverse generazione: concerti per bambini o concerti o spettacoli per grandi, nessuno che si sforza di fare qualcosa che vada bene per tutti.

Questa è la cosa importante. 🙂

Non ci vuole una grande idea, basta pensare che quello che va bene per un bambino, va bene anche per un adulto, il contrario non è possibile.

La condivisione, una delle più grandi esperienze che si possano vivere, condivisione che rende prezioso ciò che si condivide e rende migliori le persone che condividono un momento di felicità estrema.

Prova a pensare di essere  con un bambino, magari tuo figlio e ti dice: Papà guarda cosa ho scoperto, magari sarà un cosa di poco valore ma, la condivisione della scoperta con chi si ha accanto è un valore inimmaginabile, che si può solo sperimentare.

Impegnati nel trovare o ricercare dei momenti di condivisione tra le diverse generazioni, troverai dei tesori sconosciuti.

Ritroviamo i “Vasi” comunicanti anche nelle diverse generazioni.

La lateralità serve al Musicista?

La lateralità, si riferisce sia alla conoscenza dei lati destro e sinistro del corpo che all’uso abituale e privilegiato di un emicorpo rispetto all’altro.

Dunque, intendiamo l’uso abituale di un occhio, una mano, un piede posti su uno stesso lato del corpo.

La laterizzazione s’intende sia il processo attraverso cui si sviluppa la lateralità sia la capacità di individuare la destra e la sinistra sul corpo dell’altro e di proiettare questi rapporti rispetto agli oggetti e allo spazio in generale.

Per un musicista tale sviluppo è proficuo? Direi proprio di no!

Proviamo per un attimo a metterci nei panni di un percussionista!

Il percussionista o per meglio dire il batterista; deve essere in grado di usare perfettamente sia la mano destra che la sinistra, sia il piede destro che il piede sinistro e, paradossalmente la sua qualità professionale e data proprio dalla “Bilateralità”

Anche un pianista deve sviluppare tale qualità, egli,  come il batterista, deve saper utilizzare perfettamente le due mani e i piedi allo stesso modo e inoltre deve saper usare ogni dito delle mani in modo perfettamente uguale!

Ho portato due esempi ma, tutti gli strumentisti devono necessariamente sviluppare la “Bilateralità” cioè la capacità di saper usare perfettamente allo stesso modo,  sia la parte destra che la parte sinistra.

Il musicista, attraverso le esercitazione specifiche del proprio strumento musicale svilupperà  la capacità di usare perfettamente in modo identico le due mani, ho le 10 dita.

Attenzione! Apparentemente sembra che stiamo esercitando la mani o le dita , in realtà stiamo esercitando il cervello a mandare gli impulsi giusti a che questo possa avvenire,

Esistono degli esercizi per poter sviluppare adeguatamente questa qualità?

Certamente che si, non sono esercizi specifici ma esercizi che allenano il cervello!

Piccolo esempio, una mano è aperta e l’altra è chiusa in un pugno, scambiando contemporaneamente le mani il cervello è costretto a mandare due impulsi differenti!

PS puoi trovare molti spunti su Youtube!

Perché un corso di teoria musicale e solfeggio in pillole!

Chi studia in conservatorio, può sicuramente studiare la teoria e il solfeggio con maestri bravi e preparati.

Esistono dei corsi online altrettanto completi e ben fatti; e allora perché un nuovo corso online?

Dalla mia esperienza di musicista ho visto che, nel tempo,  la teoria e soprattutto il solfeggio, può essere visto da prospettive diverse e magari correggere qualche piccolo o grande difetto.

Io sono stato percussionista dell’orchestra sinfonica siciliana per ben trenta anni e… un percussionista vede il ritmo con un occhio particolare o meglio con un orecchio particolare.

Inoltre ho suonato il fagotto al Teatro Bellini di Catania per ben 5 anni; sono laureato in Direzione d’orchestra e Direzione di coro!

Tutta questa mia attività e adesso alla soglia dei miei settanta anni, mi fa vedere la teoria musicale e in particolare il solfeggio e soprattutto la MUSICA,  attraverso una lente e una prospettiva completamente diversa da quando ero studente.

La lente e la prospettiva di una vita nella musica.

Ho pensato di condividere la mia esperienza di musicista professionista iniziando da questo nuovo corso di teoria musicale e pillole di solfeggio.

(se vuoi scoprire, questa nuova prospettiva , iscriviti al canale per essere aggiornato)

….ma perché? Pillole di solfeggio e non solfeggio!

La risposta nasce spontanea; la musica è un’attività complessa ed è bene comprenderla da subito in questi termini.

Poco o niente serve, saper leggere velocemente le note musicali dicendo il loro nome.
Acquisire questa capacità non sarà di nessun aiuto nella realtà musicale di un musicista professionista; quello che serve è la capacità di saper leggere le note velocemente ma con il proprio strumento; questa  è la qualità specifica che bisogna acquisire.

Poco o niente serve, esercitarsi troppo nel dire velocemente le note quando per esempio, se sei un percussionista, dovresti imparare a contare il silenzio ciò le pause musicali oppure se sei un Contrabbassista suonare un numero limitato di suoni.

Ogni strumentista deve acquisire delle qualità specifiche che servano a suonare bene il proprio strumento all’interno di una orchestra o gruppo strumentale; in questo caso sono fondamentali le esercitazioni specifiche e contestualizzate!

Pillole di solfeggio servono appunto per capire esattamente come realizzare  quello che la parte teorica ci spiega, dedicando solo il tempo necessario ed indispensabile alla comprensione ma, al più presto bisogna passare alla esercitazione con il proprio strumento musicale, contestualizzandolo con la complessità della musica!

Ogni strumento musicale, ha un compito specifico all’interno della complessità della musica e deve esercitarsi nell’acquisire quelle qualità che gli permettano di assolvere il proprio compito nel migliore modo possibile!

La contestualizzazione, ripeto sino alla noia è  la porta magica di accesso all’eccellenza musicale.