Costruiamo i pilastri della musica. Il ritmo

 

La musica non è una costruzione in senso fisico ma per poterla realizzare al massimo delle sue possibilità, dobbiamo costruire dei pilastri ben solidi.

Ok ecco il primo pilastro: Il ritmo.

Sì, penso che sia la base su cui costruire tutto l’impianto di un buon musicista.

Di solito nei conservatori si studia il ritmo attraverso Il solfeggio, questo è  il primo scoglio che si deve superare e si fa nei primi anni di studio; due o tre anni in funzione dello strumento che si scegli di studiare.

Sembra una materia semplice in realtà, va approfondita e rapportata all’evoluzione musicale, intendo dire che bisogna stare dietro all’innovazione ritmica apporta dai vari musicisti.

Per esempio, Strawinsky è stato il compositore che più di ogni altro ha fatto una vera rivoluzione ritmica tanto che, all’inizio le sue composizioni sono state davvero ostiche nell’essere realizzate correttamente.

Tempi che cambiavano per ogni misura, inserimento costantemente di; sette/ottavi, cinque/ottavi, persino sette/sedicesimi, un nuovo modo di pensare il tempo.

Composizioni come: la Sagra della primavera, la storia del soldato, Petruska, le Nozze sono state eseguite per decenni con grande difficoltà ma… sono difficili anche adesso e alcuni passaggi non completamente maturati e realizzati nella loro precisione ritmica.

Davvero ancora ci sono dei passaggi non eseguiti correttamente?

In pratica questi errori, non si percepisco come tali perché si dice o si pensa che sia una nuova interpretazione e si consolida nel tempo un uso sbagliato, un modo non corretto di eseguire il ritmo e subentra il “sentito dire”  cioè a forza di eseguirlo in un certo modo poi al nostro orecchio diventa “giusto”.

Un po’ come le bugie che dette in continuazione diventano realtà.

Questo succede con tutte le composizioni ovviamente ma, il ritmo è una degli elementi meno interpretabili e per certi versi si avvina alla matematica.

(in un prossimo articolo ti svelerò alcuni passi che sono ancora adesso realizzati ritmicamente sbagliati)

Se lo studio del solfeggio, si limita a realizzare tutti i vari metodi in uso nei conservatori, certamente si avrà una preparazione in grado si superare l’esame di solfeggio ma… la preparazione per eseguire la musica di Stravinsky e di compositori che compongono con le stesse caratteristiche ritmiche presenterà qualche difficoltà.

La mia opinione e la mia esperienza di una vita nella musica, mi ha insegnato che bisogna studiare qualcos’altro in particolare bisogna esercitarsi con la musica dei grandi musicisti!

Bisogna integrare lo studio del solfeggio con lo studio delle partiture dei grandi musicisti innovatori dal punto di vista ritmico come per esempio il grande Stravinsky

Quest’azione e quest’approccio, porterà lo studente di musica ad avere una consapevolezza e una preparazione straordinaria che gli permetteranno di assolvere il suo compito di musicista in maniera egregia, dandogli quegli strumenti in grado di superare le difficoltà delle odierne partiture.

Come fare a studiare queste partiture così complesse? Come studiarle in pratica?

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