Viva la libertà… ma siamo veramente liberi?

Viva la libertà.

…ma siamo veramente liberi?

In questo momento di sbandamento socio/economico,  mi è venuto in mente il pensiero e le scelte del presidente dell’Uruguay Josè “Pepe” Mujica, penso sia un ottimo spunto per riflettere sul nostro modo di vivere e sui valori della nostra società moderna.

Eccolo qui di seguito, spero che ci faccia riflettere e discutere insieme.

Josè “Pepe” Mujica (questo è la sintesi del suo pensiero)

La mia idea di vita è la sobrietà, consumo il necessario per vivere.

Non accetto un mondo di sprechi in cui si vive per consumare, perché, quando compro qualcosa non lo compro con i soldi ma, lo compro con il tempo della mia vita che mi è servito per guadagnarlo.

Il tempo della vita e un bene per il quale bisogna essere molto avari, non si deve sprecare ma, preservare il più possibile per fare le cose che ci appassionano.

Devo avere tempo per vivere, questa io chiamo libertà.

Per essere libero, devo essere sobrio nel consumo, altrimenti rischio di rimanere schiavizzato dal lavoro che mi permetta sempre più consumi cospicui.

Tutto questo mi toglie il tempo della libertà di vivere.

Josè “Pepe” Mujica (discorso tenutosi al G20 in Brasile)

“Un grazie particolare al popolo del Brasile, ed alla sua Signora Presidentessa, Dilma Rousseff.
Grazie anche alla sincerità con la quale, sicuramente, si sono espressi tutti gli oratori che mi hanno preceduto.
Come governanti, tutti manifestiamo la profonda volontà di favorire gli accordi che questa nostra povera umanità sia capace di sottoscrivere.
Permettetemi, però, di pormi alcune domande a voce alta.

Per tutto il giorno si è parlato di sviluppo sostenibile e di affrancare, dalla povertà in cui vivono, immense masse di esseri umani. Ma cosa ci frulla per la testa?
Pensiamo all’attuale modello di sviluppo e di consumo delle società ricche?
Mi domando: che cosa succederebbe al nostro pianeta se anche gli indù avessero lo stesso numero di auto per famiglia che hanno i tedeschi?
Quanto ossigeno ci resterebbe per respirare ?

Più francamente: il mondo ha le risorse materiali, oggi, per rendere possibile che 7 od 8 miliardi di persone possano sostenere lo stesso livello di consumo e di sperpero che hanno le opulente società occidentali ? Sarebbe possibile tutto ciò ?
Oppure, un giorno, dovremmo affrontare un altro tipo di dibattito ?

Perché siamo stati noi a creare la civiltà nella quale viviamo: figlia del mercato, figlia della competizione, che ha portato uno sviluppo materiale portentoso ed esplosivo.
Ma l’economia di mercato ha creato la società di mercato che ci ha rifilata questa globalizzazione.
Stiamo governando noi la globalizzazione oppure è la globalizzazione che governa noi?
E’ possibile parlare di fratellanza e dello stare tutti insieme, in un’economia basata su una competizione così spietata? Fino a dove arriva veramente la nostra solidarietà?

Non dico queste cose per negare l’importanza di quest’evento, al contrario.
La sfida che abbiamo davanti è di una portata colossale, e la grande crisi non è ecologica, ma è politica!
L’uomo non governa oggi le forze che ha sprigionato, ma sono queste forze che governano l’uomo … ed anche la nostra vita !
Perché noi non siamo nati solo per svilupparci.
Siamo nati per essere felici.
Perché la nostra vita è breve e passa in fretta.
E nessun bene vale come la vita, questo è elementare.

Ma se la vita ci scappa via, lavorando e lavorando per consumare di più, il vero motore del vivere è la società consumistica, perché, di fatto, se si arresta il consumo, si ferma l’economia, e se si ferma l’economia, spunta il fantasma del ristagno per tutti noi.
E’ il consumismo che sta aggredendo il pianeta.
Per alimentare questo consumismo, si producono cose che durano poco, perché bisogna vendere tanto.

Una lampadina elettrica non deve durare più di 1000 ore, però esistono lampadine che possono durare anche 100 mila o 200 mila ore!
Ma questo non lo si può fare perché il problema è il mercato, perché dobbiamo lavorare e dobbiamo sostenere la civiltà dell’usa e getta, e così restiamo imprigionati in un circolo vizioso.
Questi sono i veri problemi politici che ci esortano ad incominciare a lottare per un’altra cultura.
Non si tratta di immaginare il ritorno all’uomo delle caverne, né di erigere un monumento all’arretratezza.

Però non possiamo continuare, indefinitamente, a lasciarci governare dal mercato, dobbiamo cominciare ad essere noi a governare il mercato.
Per questo dico, con il mio modesto pensiero, che il problema che abbiamo davanti è di carattere politico.
I vecchi pensatori, Epicuro, Seneca o finanche gli Aymara, dicevano: “povero non è colui che ha poco, ma colui che necessita tanto e desidera sempre di più e di più”.

Questa è una chiave di carattere culturale.
Per questo saluterò di buon grado gli sforzi e gli accordi che si faranno, e come governante li sosterrò.
So che alcune cose che sto dicendo, possono urtare.
Ma dobbiamo capire che la crisi dell’acqua e del clima non è la causa.
La causa è il modello di civiltà che abbiamo messo in piedi.
Quello che dobbiamo cambiare è il nostro modo di vivere!
Appartengo a un piccolo paese, dotato di molte risorse naturali.

Nel mio paese ci sono poco più di 3 milioni di abitanti. Ma ci sono anche 13 milioni di vacche, tra le migliori al mondo, e circa 8 o 10 milioni di meravigliose pecore.
Il mio paese è un esportatore di cibo, di latticini, di carne.
E’ una pianura e quasi il 90% del suo territorio è sfruttabile.
I miei compagni lavoratori, hanno lottato molto per ottenere le 8 ore di lavoro.
Ora hanno conseguite le 6 ore lavorative.

Ma quello che lavora 6 ore, poi cerca il secondo lavoro, per cui lavora più di prima.
Perché? Ma perché deve pagare una quantità enorme di rate: la moto, l’auto, e paga una rata ed un’altra e un’altra ancora, e quando decide di riposare … è oramai un vecchio reumatico, come me, e la vita gli è volata via.
E allora uno si deve porre una domanda: è questo lo scopo della vita umana?
Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità.
Lo sviluppo deve favorire la felicità umana, l’amore per la terra, le relazioni umane, la cura dei figli, l’avere amici, l’avere il giusto, l’elementare.
Perché il tesoro più importante che abbiamo è la felicità!
Quando lottiamo per migliorare la condizione sociale, dobbiamo ricordare che il primo fattore della condizione sociale si chiama felicità umana

Giovanni Ferraro

PS lascia una tua riflessione nei commenti

 

12 pensieri su “Viva la libertà… ma siamo veramente liberi?

  1. Nadia B.

    Dico solo che sono pienamente d’accordo e che ringrazio Dio perché se ci sono dei politici così, allora c’è ancora speranza…Forza, allora, e che ognuno faccia bene la sua parte!
    Nadia

    1. giulia

      un vecchio adagio dice “Chi s’accontenta gode”, il fatto è che siamo perennemente scontenti, e non godiamo mai, perché le cose hanno sostituito gli affetti. Accumuliamo cose su cose, abbiamo lo shopping compulsivo, la smania di apparire, di contornarci di status-symbol e si sta disgregando il senso di appartenenza alla comunità. L’immondizia ci travolge, le imposte ci strozzano, e nel frattempo rimandiamo a domani la visione di un tramonto,per esempio. Per rilassarci andiamo in una spa, piuttosto che a piedi nudi nell’erba, per capire quali sono i nostri obiettivi andiamo dallo psicologo piuttosto che interrogarci e riflettere, deleghiamo agli altri la responsabilità della nostra felicità. “Chi è causa del suo male pianga se stesso”. Ci vuole una maggiore consapevolezza, perché il potere di cambiare viene non dal semplice volere, ma dalla consapevolezza,

  2. Maria Bonaria Fanunza

    UN DISCORSO MERASVIGLIOSO……ALTRO CHE GLO BALIZZAZZIONE!!!!! I NOSTRI GOVERNANTI DOVREBBERO VERGOGNARSI NEL SENTIRE QUESTO DISCORSIO GIJUSTO, ONESTO, SINCERO. MA I NOSTRI NEL SENATO INVECE DI PARLARE BENE E FARE I FATTI BUONI, SI ACCAPPIGLIANO E FANNO BAGARRE UNA GRAN VERGOGNA PER NOI POVERI MORTALI DI ITALIANI MEDI, PICCOLI E CON DELLE PENSIONI DA FAME…..GRAZIE GIOVANNI FERRARO….TVTB…
    MARIA BONARIA FA NJUNZA.

    ,

  3. An gela

    Mi trovi pienamente d’accordo con te, purtroppo abbiamo perso di vista il vero valore della vita e come dobbiamo condurre la nostra vita per essere sereni, educhiamo anche i nostri figli in questo modo, rendendoli schiavi di tecnologie, di consumismo sfrenato da cui non usciranno facilmente, limitando la loro voglia di sperimentare, di conoscere con la loro fantasia e il loro ingegno, chissà se ci sarà un punto di ritorno, io lo spero perchè soltanto così ritorneremo ad essere liberi. Un abbraccio Giovanni e grazie come sempre di questi spunti di riflessione, buona giornata.

    1. admin Autore articolo

      Grazie a te Angela, io penso che siano sempre gli uomini ad indirizzare dove andare e quindi penso che si tornare ad indirizzare la civiltà verso una vita più sensata e gli esempi per fortuna ci sono, come il caso del presidente in questione o di Papa Francesco.

  4. Anna

    Parole , quelle di questo presidente che vive e lavora come il suo popolo, andrebbero incise nella pietra e soprattutto nei nostri cuori: appositamente non dico , solo nei cuori dei nostri governanti, ma in quelli di tutti noi.Il mondo è in affanno dalla povertà, dalla speculazione dei più “furbi”, dai rifiuti , dall’inqunamento… ma soprattutto soffre per la mancanza dei valori primari che fanno l’essenza di un essere umano: l’amicizia, la solidarietà, l’aiuto reciproco, il sapersi accontentare del poco… Se esistessero questi sentimenti in tutti gli uomini , saremmo felici, condizione , come dice il presidente, per la quale veniamo al mondo.
    Nonostante tutto questo, credo ancora nella bontà dell’uomo ( cito dal diario di Anna Frank) e sento intorno
    a me che qualcosa sta cambiando, che sempre più gente ha capito che, alla base di tutto, c’è la solidarietà
    e il bisogno di credere fermamente a quello che di buono ognuno di noi fa. Forse nemmeno Gandhi, per fare un solo esempio, pensava di riuscire nel suo progetto , quello di cacciare gli inglesi che da 400 anni sfruttavano l’India e i suoi abitanti…

    1. admin Autore articolo

      Ogni tanto, qualcuno dall’alto ci ricorda, attraverso i suoi messageri di pace che siamo in questo mondo per un compito specifico… rendere questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato.

      Grazie Anna carissima!

      1. rossellapincolini

        Grazie e grazie ancora Giovanni
        E’ un discorso meraviglioso, ma non solo, troppo giusto per trovare parole per descriverlo e per ringraziarti di condividerlo, di avere voglia di farlo conoscere.

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