Favole – Il vecchio brontolone

Sembra che sia arrivato l’autunno, questa favola di Patrizia Serangeli casca proprio a pennello.

 

Il vecchio brontolone

Per tutti i fulmini, tuonò il vento! Vuoi toglierti di lì pezzo di somaro che non sei altro?

Non vedi che soffio forte? Ho deciso di fare il lavoro dell’autunno tutto in una volta e se non ti metti al riparo, ti spazzerò via con un sol colpo.

Che cosa avrà da gridare questo qui, pensò candidamente l’asino che stava mangiando con tutta calma…

Insomma! Vuoi toglierti una buona volta, mi rovinerai tutto il lavoro, possibile che voi animali non capiate niente?

Guarda gli uomini, con un tempo così se ne stanno rincantucciati al caldo e tu perché non fai come loro?

Perché io sono un asino amico mio, anch’io appartengo alla natura e anche se sono poco intelligente tu, mi devi rispetto, riprova più tardi e vedremo quello che posso fare, ora devo mangiare!

Il vento… livido di rabbia si allontanò continuando a soffiare da un’altra parte.

Faceva capriole tra i rami, scivolava lungo le pareti, s’inerpicava di nuovo, danzava a mulinello con le foglie morte e le gettava di nuovo in terra, continuò così finché incontrò un maiale.

Ei tu, gli disse. Devi entrare nella tua casa, io devo soffiare e fare pulizia, quando sarò passato non rimarrà più una foglia appesa ai rami e distruggerò tutti gli esili fiori.

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Calma amico, rispose il maiale, io sto mangiando, il mio compito è molto importante, devo ingrassare per sfamare l’uomo, ripassa più tardi.

 

Come?  Vuoi dire che il tuo lavoro è più importante del mio…  io ho un compito ben preciso, dono armonia alla natura… grazie a me, il polline va a posarsi dappertutto, spazzo via le brutte nuvole, riporto il sole e viceversa.

Ora faccio lo spazzino e se non ti togli, porterò via anche te.

Che bisogno hai di soffiare disse il maiale, oramai le foglie cadranno da sole e gli uomini le ammonticchieranno con i rami secchi, comunque se tornerai tra poco, sarò andato via.

Correndo e saltando, mentre si divertiva un mondo a scuotere tutto ciò che toccava, incontrò un cane.

Ei tu, gli disse! Devi toglierti, vai a metterti al riparo, quando avrò finito, potrai uscire.

Mi dispiace per te rispose il cane, non posso proprio, il mio padrone mi ha lasciato a fare la guardia e se vado a dormire, s’infurierà con me, ripassa più tardi.

Come osi? Ti farò morire di freddo, io devo lavorare, soffierò così forte che ti farò volare!

Non essere irragionevole, io ho un compito ben preciso, potrai tornare quando il mio padrone sarà qui ed io andrò volentieri a dormire.

Il vento si sentì offeso, tutti avevano un gran daffare e nessuno si curava di lui, nessuno aveva paura, dunque il loro lavoro era così importante da non poter essere rimandato!

E Lui, che cosa doveva fare?

Forse se fosse passato dolcemente tra un colle e una pianura, un viale e un giardino, poteva ammonticchiare qua e là, asciugare un po’ di panni, togliere un po’ di umidità.

D’altra parte il Signore gli aveva chiesto di regnare, non di scatenarsi, invece di far paura poteva sussurrare all’orecchio una dolce melodia e i ragazzi potevano ancora andare a scuola senza berretto e godere dell’ultimo sole.

Sì, d’ora in poi avrebbe agito così.

A ognuno avrebbe dato la possibilità di lavorare per adempiere il loro dovere quotidiano.

Tornò dall’asino e gli disse: amico mio continua pure a brucare che io farò il mio lavoro in silenzio.

Poi andò dal maiale e dal cane tranquillizzando tutti, incontrò una chioccia e lo aiutò a spingere dolcemente i pulcini nel pollaio.

Favorì il volo degli uccelli e… si accorse che era piacevole osservare tutti gli esseri in movimento senza sentirsi d’impaccio.

Patrizia Serangeli

8 pensieri su “Favole – Il vecchio brontolone

  1. Anna

    Bella questa favola; bella , semplice , ma di forte impatto.Non sentiamoci indispensabili e superiori agli altri: diventremmo ben presto antipatici e quindi soli perchè tutti si allontanerebbero da noi . La gentilezza, le buone maniere, un semplice sorriso (qualità che oggi sono state un po’ dimenticate presi come siamo da mille impegni che ci distraggono e ci rendono frettolosi anche nei rapporti con gli altri) devono essre riscoperte per una vita più piacevole e dunque più felice.

  2. Maria Bonaria Fanunza

    BELLISSIMA QUESTA FAVOLA E’ PRORIO APPROPRIATA ALLA STAGIONE, HA DELLE COLLABORATRICI MERAVIGLIOSE….SANNO IL FATTO LORO, ED IO GLIENE SONO TANTO GRATA, A TE PER PRIMO, E DOPO A QUESTE GIOVANI CHE TI DANNO UNA MANO….UN ABBRACCIO FORTE…
    Maria Bonaria Fanunza.

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